A seguito della visita del Papa, riceviamo e pubblichiamo con piacere la nota appositamente preparata e inviata dal Messico dal prof. Francesco Gervasi.
Marzo 2012: la visita di Papa Ratzinger in Messico
Mancano tre giorni... due, uno... e il Papa arriva all’aeroporto di Guanajuato, alle 16:15 ora locale di venerdì 23 marzo 2012. La televisione Milenio, già un mese prima del suo arrivo, aveva organizzato un conto alla rovescia che è terminato proprio con l’arrivo del Pontefice in terra messicana.
Ma perché Papa Ratzinger è stato ricevuto proprio a Guanajuato e non a Città del Messico? Secondo i maligni, affinché ricevesse la migliore accoglienza possibile in uno stato tra i più cattolici del paese (tra l’altro Guanajuato è uno dei quattro stati nei quali, nel 1925, iniziò la ribellione del movimento dei “Cristeros”), cosa che probabilmente non sarebbe stata possibile nella capitale messicana che, negli ultimi anni, è stata invece interessata da importanti processi di “secolarizzazione manifesta” (per usare un’espressione cara al sociologo delle religioni Karel Dobbelaere) e dalla crescente diffusione di esperienze neo-pentecostali di tipo protestante. Proprio a Città del Messico, per esempio, durante la visita papale sono state registrate le principali manifestazioni di contestazione nei confronti della chiesa cattolica, soprattutto da parte di varie associazioni gay, mentre a Guanajuato non è un caso che il lider della “Izquierda”, Manuel López Obrador, durante la messa pubblica officiata dal Papa, sia stato accolto dalla maggior parte dei fedeli con un esplicito: “No al aborto!”. Inoltre il sentire comune dei fedeli, che ho potuto percepire direttamente dove vivo (Saltillo) e in parte in televisione, è che questo Papa non dispone dello stesso carisma di “Juan Pablo II” e, pertanto, non sarebbe stato accolto con lo stesso entusiasmo con il quale i messicani celebrarono il suo predecessore. E allora niente di meglio che riceverlo in una città non tanto grande come León (città dello stato di Guanajuato), più facilmente “riempibile” di fedeli rispetto all’immenso “Distrito Federal”.
Seconda questione (forse la più importante): perché il Papa è venuto in Messico proprio a ridosso delle elezioni presidenziali? Forse, dicono sempre i maligni, perché vuole appoggiare la rielezione del PAN, il partito politico al potere dal 2000 che da sempre ha dimostrato la sua vicinanza ideologica al cattolicesimo. Come contropartita pare che il Papa abbia avviato una intensa discussione con il Presidente messicano Calderón per chiedergli di affermare la libertà religiosa nel paese (Rodrigo Vera, El estado laico se rinde, in “El Diario de Coahuila”, 25/03/2012) per esempio garantendo, tra le altre cose, l’istruzione religiosa nelle scuole pubbliche e la possibilità, per le gerarchie ecclesiastiche, di possedere mezzi di comunicazione (aspetti proibiti dall’art. 24 della Costituzione messicana). Tra i vari temi che il Pontefice ci si aspettava abbordasse in Messico conviene menzionare i seguenti: il tema relativo a padre Marcial Maciel Degollado e i Legionari di Cristo, che non ha trattato, e quello della violenza, che invece ha condannato pubblicamente, insieme alla crisi di valori e alla corruzione. I media messicani, in generale, hanno accolto con grande entusiasmo Papa Ratzinger: la visita ha occupato le prime pagine dei maggiori quotidiani e, in televisione, le sono state dedicate dirette di varie ore (soprattutto da parte di Milenio, Televisa, TV Azteca e Cadena Tres, meno dall’“Once”). Concludendo, vale la pena ricordare che quella appena conclusasi è stata la prima visita del “Papa Benedicto” in Messico: le migliaia di fedeli che pur hanno accompagnato la sua breve permanenza a Guanajuato, e in generale la maggior parte dei messicani, sperano torni presto, possibilmente prima delle prossime elezioni…
Francesco Gervasi
Universidad Autónoma de Coahuila (Messico)
Giovedì 29 marzo 2012